Non ho mai dovuto pagare una donna per farci sesso insieme, e mai lo farò!






"Non ho mai dovuto pagare una donna per farci sesso insieme, e mai lo farò!".

Alzo gli occhi al cielo e sospiro.
Qual misto di ingenuità e arroganza mi tocca periodicamente sentire - è un refrain - da molti uomini quando si discute dell'argomento 'relazioni sessuali avute nella vita'.


Chiaro, ciascuno vuole allontanare da sé l'immagine di 'miserabile' che s'accompagna all'idea di dover tirare fuori del denaro per la realizzazione di un bisogno (o un desiderio) che nelle nostre menti dovrebbe essere libera, gratuita e vissuta con piacere e passione da entrambe le parti.
Però, di fatto, la vostra Minerva è sempre più urtata da questi atteggiamenti, che - a suo avviso - sono veramente riduttivi rispetto alla complessità in cui hanno luogo concretamente le relazioni uomo-donna.
Mi spiego.

Di fatto, la distinzione tra ciò che - nelle relazioni umane - è 'prestazione a pagamento' o 'dono gratuito' è, a ben vedere, mooooolto sottile.
La dimensione del dono gratuito, infatti, è decisamente rara e molto faticosa da raggiungere, perché prevede che una persona sia completa in sé (ovvero non abbia bisogni di sorta che la legano ad altre persone) e di qui possa 'donare' parti di sé - dal suo corpo al suo tempo, dalle sue energie al suo lavoro, dal suo ascolto e alle sue parole - agli altri senza aspettative di restituzione di questi o altri 'doni' da chi li riceve.

In tutti gli altri casi, non vi è dono gratuito: c'è sempre un dare con una speranza di un ricevere indietro in misura analoga a quanto si è dato. Ovvero uno scambio di tipo economico.
Ciascun atto di qualsiasi essere umano nei confronti d'un altro, quindi, potrebbe venire 'misurato' e 'quantificato' - sebbene chiaramente tale valutazione possa variare in modo significativo in assenza di standard, e talvolta neanche venire percepita come 'prestazione di servizio' e quindi discussa come tale dalle persone implicate nello scambio.
Ma se invece si riconoscesse la natura economica di tale scambio, gli si potrebbe assegnare un valore, e a questo punto il denaro sarebbe solo una delle possibili forme standard per quantificare quel valore rispetto ad altre potenziali unità di misura (il tempo, l'energia, ecc.).

Ora, vediamo tutto questo applicato alle relazioni sessuali nei contesti delle relazioni sentimentali, affettive e di coppia.
Intanto, se all'interno d'una relazione uomo-donna vi è un disequilibrio per cui uno dei due è in condizione più debole rispetto alla garanzia della propria sopravvivenza, questi compirà azioni verso l'altro/a - ovvero darà a sua volta in base alle proprie possibilità (impegno, lavoro, cura, sostegno, amore, ascolto e - udite udite! - sì, bravi: anche sesso) - in modo tale da ottenere quella garanzia di sopravvivenza come ritorno. Il che sta bene: basta che vi sia un accordo nella coppia per cui ciò che fa uno/a e ciò che dà l'altro/a venga sentito da entrambi in equilibrio.

Ma se questo equilibrio non c'è e uno/a percepisce il proprio fare maggiore di ciò che in cambio riceve dall'altro/a, egli/ella coverà risentimento e/o agirà per avere ciò che ritiene gli/le spetti per sentirsi soddisfatto/a.
Potrà fare questo in modo diretto, esprimendo apertamente le proprie rimostranze e le proprie aspettative arrivando magari addirittura a imporre la propria volontà all'altro/a più debole (e quindi ricattabile).
Più frequentemente lo farà in modo indiretto, agendo sui punti deboli che conosce nell'altro/a e su tutta una serie di strategie legate al sacrificio, al senso di colpa, ecc. per ottenere ciò che ritiene gli sia dovuto/a - dove il 'dovuto' significa il 'necessario', ovvero tutto ciò che serve all'uno o all'altra delle due persone per stare bene e avere una vita soddisfacente (e quindi tutte le attività che sono legate alla soddisfazione dei beni primari di sopravvivenza di entrambi - il mangiare/bere, l'avere un riparo, il riprodursi - così come tutti i beni secondari parimenti importanti, nel caso dell'essere umano - quali l'ascoltarsi, il sostenersi reciprocamente ecc.).

Nella mia esperienza - ovvero se guardo intorno a molte delle coppie che conosco - le relazioni sono spesso basate su un'asimmetria in termini di possibilità di garantirsi la propria sopravvivenza da parte di ciascuno dei due partner. Frequente è la situazione in cui solo uno dei due può garantirsi la sopravvivenza e l'altro/a viene mantenuto a fronte del compensare con la propria presenza e il proprio agire la possibilità di sopravvivenza che l'altro/a gli/le offre.
Ora: cosa distingue una moglie mantenuta dal marito da una colf o da una prostituta?
Per me nulla. Anzi: vedo più chiara, lucida e quindi corretta - proprio a livello di impostazione della relazione tra i due interlocutori - la situazione delle ultime due.
Di fatto, per esempio, se mantenete vostra moglie, non la pagate direttamente, ma l'affitto della casa in cui vive anche lei sì - e lei (che magari non sarebbe in grado di procurarsi altrove i soldi che le servirebbero che pagarsi autonomamente un affitto altrove) è ben consapevole della propria posizione di debolezza e quindi del 'dover fare qualcosa' in cambio della certezza che voi le garantiate la sopravvivenza.
Non pagare in generale qualcuno per qualcosa, quindi, è di fatto questione ben più sottile e sfumata di come abitualmente la vediamo. In realtà - come ho detto - ciò è possibile solo nel caso in cui ci sia 'dono gratuito', e - per arrivare a questo - è necessario che una persona sia completamente in equilibrio e autonoma in sé, così come priva del bisogno degli altri. Situazione rarissima nel caso degli esseri umani.
Normalmente, invece, abbiamo prestazioni di natura economica, il che va benissimo: basta che ciò sia chiaro, che vi sia accordo tra le persone, e che la transazione sia manifesta in modo tale che nessuno dei due si senta in debito o in credito con l'altro/a.
Il non pagare una donna - o un uomo! - per farci sesso insieme, da questa prospettiva, è quindi abbastanza inverosimile proprio per la modalità in cui hanno luogo le relazioni umane, specie nei rapporti di coppia caratterizzati dalla differenza nelle possibilità autonome di sopravvivenza da parte dell'uno o dell'altra.

Per favore, quindi, andateci cauti con quel "non ho mai dovuto pagare una donna per farci sesso insieme, e mai lo farò!".
Anzi, provate magari a interpretarlo in altro modo - anche insieme alla persona che avete a fianco - discutendolo (per amor di 'chiarezza' e 'accordo' con la persona con cui state), smontandolo, analizzandolo e magari addirittura valutandolo.
Di certo ciò può aiutare i rapporti che avete in corso perché in tal modo saranno più onesti e basati sull'accordo tra voi negli elementi in cui vogliate che si esprimano, così come tutto questo può tramutarsi in un gioco onesto, complice e condiviso - in cui siete alleati nel garantirvi ciò che serve a vivere (felici), e vincete entrambi.




Ah, dimenticavo: tutto ciò vale pure per le relazioni che avvengono tra persone 'libere', ovvero tra fidanzati, amici che fanno anche sesso insieme, amanti ecc. In tutti questi casi, stiamo continuando a parlare di persone, che come tali hanno 'bisogni primari e secondari' per poter sopravvivere (magari decentemente) e quindi bisogno d'ascolto, cura, protezione, affetto - o anche solo lo stare-in-relazione con gli altri.
Quindi, di nuovo, pure in questo caso ci sarà la situazione di 'scambi di prestazioni': certo è meno romantico, ma ben più onesto dire chiaramente di cosa ciascuno dei due ha bisogno e che cosa vorrebbe dall'altro/a. Giusto per evitare le solite annose dolorose ambiguità ;-)


Commenti

SILVANA ha detto…
Quanta saggezza in queste parole..è una riflessione davvero giusta e profonda. Penso che riflettere su quanto hai scritto, servirebbe a molte persone a non cadere in stupido e superficiale perbenismo o voglia di giudicare a oltranza, e, servirebbe a molte donne per sentirsi più paritarie con il compagno. Niente è mai gratuito. Brava Minerva..è un piacere leggerti.
Gio ha detto…
Io ne ho pagate a decine, e certamente sono un 'miserabile'.

In qualche modo comunque ho conosciuto in quegli incontri una forma ulteriore di umanita'.

Non sua, non mia: nostra.

Proprio oggi volevo scriverne :-)

Impeccabile il tuo punto di vista.
gattonero ha detto…
Tutte le componenti della vita sono un do ut des infinito, e il sesso rientra nel novero. Fino a un certo periodo (diciamo il '68) l'iniziazione al sesso vero e proprio, quello che interrompeva il 5vs1 adolescenziale, generalmente avveniva con le "Gradisca" a pagamento. Ovvero con cugine/i curiose/i che si offrivano in cambio della conoscenza di un mondo che i "grandi" di allora si ostinavano a ritenere non alla portata dei giovincelli di allora, peccaminoso per la Chiesa e fuorilegge per le Questure.
Difesa ad oltranza di un piacere acquisito, che non rientrava tra i beni trasmettibili ai succedanei.
Personalmente quasi rimpiango quel periodo: me l'hai data, te l'ho dato, ho pagato (ante, era l'usanza) e amici (sconosciuti) come prima.
E' l'affetto che viene col tempo che "rovina" tutto...
♥♥♥
Minerva ha detto…
GATTONERO!!!
(scusate se rispondo prima a lui)

Accidenti, quanto mi mancavi: ero preoccupata e ti ho scritto anche via email, ma senza ricevere risposta :-(
Quanto sono felice di risentirti, di leggerti di nuovo. Quanto mi sei mancato!!!
Il tuo commento è pacato e saggio, come sempre. E' pure un po' 'losco', ma così era anche il mio argomento in effetti. Ora che ci sei, mi viene quasi voglia di mettermi a scrivere un racconto sapendo che lo leggerai (pur se per me non è un periodo in cui io sia al massimo...).
Ti bacio tanto, e ti abbraccio (e sto in un un tuo abbraccio, se me lo permetti).
Minerva ha detto…
@Silvana: grazie e benvenuta. Non mi pare d'averti visto passare di qui in precedenza. Sì, credo che farebbe bene un po' più di sincerità e trasparenza nei rapporti. Certo, significa rovesciare un intero sistema, mica facile ;-)

@Gio: Scrivi, allora, ché il tuo punto di vista su quesiasi cosa non è mai banale, e quindi rappresenta sempre occasione di riflessione intensa per tutti ;-)
Ti bacio.
Derappher ha detto…
Non fa una grinza, però di donne che la pensano come te ne esisterà una su un milione, tutte le altre ti massacrano senza pietà. Non vado in giro a fare il ganassa, ma se una mi chiede qualcosa o glisso o nego spudoratamente, sarò codardo ma preferisco così.
Minerva ha detto…
Beh, se mai ci dovessimo incontrare e si parlasse della cosa, potrai per una volta essere sincero. Io guardo un po' più in là della comune 'punta del naso'.
Ciao, caro (belle foto...).