Scheletri nell'armadio





Per una ragione fondamentale che non sto a spiegarvi in quanto troppo privata, ho sempre fatto molta attenzione - sin da quando ero adolescente - a non avere scheletri nell'armadio: la cosa più importante, per me, era parlare e agire in modo onesto e coerente, non cercare né sfruttare scorciatoie, non assumere atteggiamenti truffaldini, non dire cose che non pensavo, né fare diversamente da ciò che dicevo.
Ho improntato tutto su questo, per essere una persona trasparente - senza scheletri nell'armadio - in modo tale da non essere mai ricattabile sulla base di qualche passo falso compiuto in precedenza, e soprattutto, e continuo a non spiegarvene le ragioni perché troppo private, affinché la mia parola avesse un valore, cosa che trent'anni fa mi/le fu negato.

Ho tenuto pulito quell'armadio - mai uno scheletro mio. Mai. Con maniacale attenzione.

Ma ho visto una cosa, nel tempo. Che se pure io faccio un'attenzione maniacale a non mettere scheletri nel mio armadio, quando incontro persone nuove, con le quali non ci si conosce molto e che per mia malaugurata sfortuna non si pongono il problema di fare attenzione agli altri (anzi, magari li usano, calpestano, sfruttano pure per i propri bisogni), ebbene costoro mettono dei loro scheletri nel mio armadio fingendo che siano miei e poi vanno a dire in giro che nel mio armadio ci sono quegli scheletri e che sono miei - diffondendone la voce della presenza anche con chi non mi conosce ancora.

Ma non sono scheletri miei!

Eppure hai un bel dirlo, in giro, a queste persone che non ti conoscono, che non lo sono: di fatto, esse ti risponderanno che non è possibile non averne, che quindi non ci credono, che i loro 'amici' (loro analoghi, quindi con questa scarsa/inesistente attenzione ai loro scheletri e un'indole parassitaria nei confronti altrui) non mentono, oppure che stai negando la cosa con tanta veemenza d'essere noiosa e che, in fondo, avere o non avere scheletri propri o altrui nell'armadio non ha alcuna importanza e comunque tutti ne hanno.

La gente è perversa.
Ha così tanti scheletri nel proprio armadio che li mette in quelli puliti altrui per gettare discreto pure sugli altri, anziché fare pulizia nel proprio - dove i propri vi si sono incrostati e non si possono più rimuovere.

Guardo questi scheletri altrui nel mio armadio, cerco il confronto con chi ve li ha messi, ne chiedo la ragione per cui è stato fatto e rimango senza risposta - al limite ottengo la derisione o addirittura che mi venga tolta la parola.
E la cosa più assurda, nel mio modo di sentire, è che io provo addirittura compassione a vederli lì e mi chiedo perché le persone debbano fare tanto casino delle loro e altrui vite, rendendole così piene di sotterfugi, dispetti, offese, cattiverie, illazioni.

Poi arrivano gli amici veri, e senza tanti complimenti in un attimo prendono quegli scheletri, ne fanno mucchietti d'ossa e li buttano nell'immondizia, neanche differenziata, facendo attenzione che non ne rimanga alcuno e restituendo al mio armadio il suo/mio vuoto.
Ma insistendo che impari a chiuderlo a chiave e che non permetta mai più ai tizi in questione alcun accesso alla mia vita.

Commenti

gattonero ha detto…
Finché ci saranno amici (quelli veri veri) che fanno pulizia sei a cavallo.
Le maldicenze, le malignità, le calunnie (sai, quel famoso venticello...) messe nel tuo armadio o distribuite sommessamente intorno a te non le puoi eliminare tu in prima persona: essendo parte interessata, parte colpita, parte ferita, va da sé che ti difenda, con le unghie e coi denti...
Ma più lo fai, più corri il rischio di dare un'impressione di "colpevolezza".
Perciò devono essere gli amici (quelli veri veri) a spazzare le voci, a ripulire l'armadio, a confermarti sempre che tu sei veramente quella che sei, senza scheletri in casa e con una parola sola.
Se poi quegli amici (sempre quelli veri veri) riuscissero a individuare "chi" depone nel tuo armadio i suoi propri scheletri, sarà più facile renderli, magari con gli interessi.
Cia♥
Minerva ha detto…
Gli amici (quelli veri veri) mi stanno dicendo non solo "non ti curar degli scheletri altrui ma guarda e passa", ma anche "mica tutti vedono solo il buono come fai tu, che cerchi sempre il talento bello e luminoso di ogni persona: ché più facile e mediocre è dire cose cattive degli altri e neanche impegnarsi per conoscerli, perché così ci si dà importanza, e si crede di farsi belli...".

E gli amici (sempre quelli veri veri) mi stanno esortando accoratamente a essere un po' diffidente, perché trovano che la causa del mio male sia io stessa che credo troppo nelle persone, che penso che tutti siano interessanti e buoni anche nelle fragilità umane di tutti noi, e quindi ci sto sempre dentro, con curiosità e amore, nonostante tutto.

Infine, sempre quegli amici (veri veri), mi dicono che mi amano e mi proteggono proprio perché sono così, perché con quel mio modo di essere ho fatto cose grandi per loro e per tanti altri, e hanno passato il pomeriggio a elencarmele per ricordarmi chi sono veramente, e chi sono ai loro occhi, di contro a chi ha detto idiozie ;-)

E ora vado con gli amici veri veri a cena.

Un bacio, mio caro, e grazie.
[e ti abbraccio anche molto forte]
gattonero ha detto…
Villa Sassi?
Minerva ha detto…
No, io sono più per le tavolate improvvisate negli androni delle case popolari, quelle in cui ciascuno porta qualcosa ;-)

Villa Sassi la lascio agli snob, quelli *non* sono amici miei. Sai che qui le classi sociali si sentono ancora proprio bene? Con tanto di strategie di esclusione e di violenza proprie di quella distinzione...